Pubblichiamo in anteprima parte di un articolo del nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 7 aprile insieme al «Corriere della Sera» oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».
Sul Corriere Salute: i livelli di inquinamento dentro le nostre case
Durante gli ultimi due anni il maggior tempo passato tra cucina e salotto ha peggiorato l’aria. Ecco come rimediare. Se ne parla sul Corriere Salute in edicola giovedì 7 marzo
In casa tira una brutta aria. Da due anni per effetto della pandemia le stanze domestiche sono diventate di volta in volta ufficio, scuola, sala riunioni e abbiamo passato ancora più tempo del solito fra cucina e salotto, condividendo spazi spesso ristretti con i familiari. Il risultato è che l’aria si è fatta pesante: se prima della pandemia l’inquinamento indoor era un problema consistente per locali e uffici, ora è soprattutto l’atmosfera nei nostri appartamenti a essere particolarmente irrespirabile. Lo sottolinea una ricerca della Texas A&M University per la quale sono stati misurati parametri come il particolato fine e i composti organici volatili (Voc) nelle case e negli uffici di alcuni volontari a primavera del 2019: le analisi sono state ripetute fra giugno e settembre 2020, in piena pandemia, e mostrano come l’aria domestica sia drasticamente peggiorata e oggi sia più sporca rispetto a quella degli uffici. Il particolato fine, per esempio, è risultato superiore ai limiti previsti per gli ambienti di lavoro e così anche sintomi come prurito e secchezza oculare, pelle secca o irritata e naso chiuso sono stati riferiti con maggior frequenza durante il periodo di lavoro da casa rispetto ai mesi pre-Covid trascorsi in ufficio. È un’indagine pilota, quindi su poche persone e con dati preliminari, ma è assai probabile che rispecchi una situazione reale perché, come sottolinea Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), «a differenza dell’ufficio, in casa si cucina e in genere è più abbondante l’impiego di prodotti per la pulizia.
L’unico elemento peggiorativo dell’aria degli uffici è la maggior presenza di fotocopiatrici e stampanti che emettono ozono, polveri di toner, Voc, idrocarburi policiclici aromatici; molti però hanno questi strumenti anche nel proprio appartamento. Inoltre, già prima della pandemia stavamo il 70-90 per cento del nostro tempo al chiuso, dove si stima che la concentrazione degli inquinanti sia cinque volte più alta rispetto agli spazi aperti: ora la quantità di tempo indoor è cresciuta e queste ore trascorse fra quattro mura per lo più le passiamo proprio a casa. Per questo la qualità dell’aria domestica è decisiva per la salute».
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6 aprile 2022 (modifica il 6 aprile 2022 | 07:53)
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